RENATO GUTTUSO (Bagheria 1911 – Roma 1987)
Nato a Bagheria nel 1911, venne denunciato all’anagrafe solo il 2 gennaio 1912 a Palermo, visti i grandi dissidi tra i genitori e la municipalità della città d’origine. Il padre era agrimensore ed anche acquerellista per diletto e fu proprio attraverso lui che fin da ragazzino entrò in contatto con l’arte: già all’età di tredici anni infatti cominciò a realizzare, firmandoli, una serie di paesaggi ricopiando per la maggior parte paesaggisti siciliani dell’Ottocento. I suoi modelli furono i più vari a partire dal francese Millet ai suoi contemporanei come Carrà che ebbe l’occasione di ammirare alla Quadriennale di Roma del 1931 dove egli stesso partecipò. Nel 1934 espose alla Galleria del Milione con il “Gruppo dei quattro” in aperta contrapposizione contro il primitivismo di “Novecento” ma a causa del servizio militare la sua produzione artistica venne temporaneamente limitata; ciò nonostante durante la leva ebbe l’occasione di conoscere altri artisti suoi contemporanei come Birolli, Sassu,Fontana e De Grada. Alla fine degli anni Trenta, Guttuso visse un periodo di profondi cambiamenti infatti dopo le dure condizioni economiche che lo avevano perseguitato nel capoluogo lombardo riuscì a trasferirsi a Roma e lì strinse amicizie con intellettuali del calibro di Alberto Moravia, Antonello Trombadori e Mario Alicata, amicizie peraltro decisive per la sua adesione al partito comunista. Durante gli anni della guerra fu protagonista della resistenza antifascista avviando anche una produzione di opere riguardanti il tema mentre nell’immediato dopoguerra strinse una formidabile amicizia con Pablo Picasso e fondò un nuovo movimento artistico “Fronte Nuovo delle Arti”. Il gruppo nasceva dalle ceneri del precedente gruppo “Corrente” con il chiaro intento di aprirsi alle esperienze artistiche europee che precedentemente erano state oscurate dal regime fascista. Nella pittura di Guttuso di questo periodo, come d’altro canto nella sua più estesa produzione, i temi sociali si confermarono i prediletti rappresentando umili lavoratori, proteste popolari e scene tratte dalla vita quotidiana. Dal 1948, anno di rottura con il movimento, l’artista orientò la sua pittura verso una matrice più realista, rappresentando molte scene legate anche ai movimenti popolari, per poi nell’ultimo periodo inserire una componente espressionista, che in un certo qual modo rese la sua pittura più libera.