Perché nei vasi francesi di Gallè e Daum è facile trovare nella firma la croce di Lorena?

 

Per scoprirlo dobbiamo viaggiare in dietro nel tempo fino alla fine del XIX secolo e più precisamente nel 1871 in Francia: la guerra franco – prussiana era appena terminata, Napoleone III era caduto e la Francia aveva appena accettato le condizioni del trattato di Francoforte che prevedevano dure clausole per la sconfitta, tra cui la cessione dei territori dell’Alsazia e della Lorena alla Confederazione Tedesca del Nord (poi Germania).

I francesi si sentirono subito fortemente oltraggiati ed oppressi dalla perdita di questi due territori dalla fiorente economia, e in tutta la nazione cominciò a diffondersi la corrente di pensiero del revanscismo, ovvero un indirizzo fortemente nazionalista che spingeva l’opinione pubblica ad un chiaro desiderio di rivincita nei confronti del nemico. Ad acuire questo sentimento non da ultimo ci fu anche l’oltraggioso episodio della proclamazione dell’Impero tedesco, avvenuta all’interno di uno dei luoghi simbolo del potere francese: Parigi infatti, ormai presa d’assedio dalle truppe prussiane, dovette assistere all’ennesima umiliazione con la proclamazione del Secondo Reich nella Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles, emblema dell’identità francese.

In questo scenario, e a pochissimi chilometri di distanza dal nuovo confine, precisamente a Nancy (antica capitale del Ducato di Lorena), si rifugiarono i francesi dei territori occupati che non intendevano diventare tedeschi: una delle clausole del trattato permetteva infatti ai francesi dell’Alsazia e della Lorena, che lo avessero desiderato, di rientrare in patria entro il 1 ottobre 1872.

Sei anni dopo, nel 1878, nella stessa cittadina, due uomini decisero di intraprendere la produzione di vetri artistici ed entrambi avevano incrociato più volte la loro vita con le vicende della guerra da poco terminata: si trattava del notaio Jean Daum, stabilitosi a Nancy dopo essere fuggito dall’Alsazia per non cadere in mano nemica, e il giovane Emile Gallè, rientrato dopo essere partito come volontario in guerra. Due uomini quindi dallo spirito fortemente patriottico che non esitarono, già agli inizi dell’attività, ad inserire nella firma con cui impreziosivano i propri vetri, la croce di Lorena: variante della croce cristiana con doppia traversa, chiamata in un primo momento “croce d’Angiò” per la sua presenza nello stemma dei duchi d’Angiò, tale croce divenne di Lorena quando questi ultimi nel 1473 divennero duchi di Lorena; un chiaro riferimento, quindi, ai territori appena ceduti.