ENRICO CASTELLANI (Castelmassa 1930 – Cellano 2017)
Nato a Castelmassa nel 1930, studiò in Belgio laureandosi in architettura a Bruxelles. Dopo essersi laureato, Castellani si trasferì a Milano dove presto divenne uno dei personaggi principali della scena artistica della città: fondamentale fu l’amicizia con Piero Manzoni con il quale fondò nel 1959 la rivista Azimuth che aveva l’obiettivo di sostenere un’arte completamente scevra da ogni influenza della tradizione e totalmente nuova. Le prime sperimentazioni furono di carattere informale prevedendo molte volte l’utilizzo della pittura nello stile dell’action painting americana, ma virarono ben presto verso uno stile più essenziale. Fu insieme a Piero Manzoni e Agostino Bonalumi che l’artista cominciò ad utilizzare le tele monocrome come elemento centrale della propria opera, modificandole solamente grazie alle diverse zone d’ombra e di luce che risultavano dalle piegature della tela. La prima estroflessione fu del 1959, anno di inizio di un vero e proprio percorso rigoroso che l’artista concepì attorno alla poetica minimalista del monocromo e che portò avanti per tutta la durata il suo percorso artistico. Riconosciute in tutto il mondo per la loro grande inventiva, le opere di Castellani furono esposte in numerosissime mostre organizzate sia in Italia che all’estero: fu invitato numerose volte sia al MOMA a New York, sia alla Biennale a Venezia, dove viene molte volte affiancato ad artisti di livello internazionale come Donald Judd, che lo considerava padre del minimalismo. Dal 1963 in poi realizzò grandi tele sagomate, molte volte costituite da più elementi atti a formare dittici e trittici monocromi nei toni del giallo, dell’argento, del nero, del rosso dando ampio spazio al colore prediletto, “il bianco”.