Sembrerebbe proprio di si. Le aste nell’antica Roma, infatti, ricoprivano un ruolo talmente cruciale che si narra che nel 193 a.C. il senatore Didio Juliano tentò di acquistare tutto l’impero dai pretoriani che avevano appena ucciso l’imperatore Pertinace e che subito dopo avevano posto tutto l’impero in vendita: chi si sarebbe aggiudicato l’asta per l’acquisizione avrebbe ottenuto il trono imperiale alla sola condizione di garantire la sicurezza dell’impero stesso. Il senatore Juliano fece varie offerte che vennero tutte rifiutate fino ad arrivare alla straordinaria cifra di 6.250 dracme( corrispondenti a circa 14 milioni di euro) per ciascuna guardia; il senatore quindi si aggiudicò l’asta e il trono imperiale ma sfortunatamente rimase al trono per soli due mesi perché successivamente venne sconfitto è ucciso dalle truppe di Settimo Severo.
La vendita attraverso l’asta era infatti molto utilizzata nell’Impero Romano: questo meccanismo era il preferito dai soldati romani per la vendita del bottino di guerra ( va ricordato che il soldato romano era l’unico soldato a svolgere questa attività in modo professionale e sotto retribuzione). Il comandante in capo infatti riconosceva al soldato come ringraziamento della fedeltà dimostrata un premio composto da donne, bambini, schiavi, denaro e oggetti provenienti dalla popolazione sconfitta che il soldato successivamente metteva in vendita al fine di monetizzare il compenso; a questo periodo si fa risalire anche il termine “asta” che deriverebbe dal latino subhastare che letteralmente significa vendere sotto l’asta e che si fa risalire all’abitudine di segnalare il punto di vendita attraverso un asta conficcata nel terreno. Le aste nell’antica Roma si svolgevano in una parte del foro chiamato “atrium auctionarium” ed erano quattro i principali attori coinvolti: c’era il dominus cioè il proprietario degli oggetti da mettere all’asta, l‘argentarius che si può equiparare al proprietario di una casa d’aste e quindi era colui che possedeva i mezzi economici per organizzare la vendita, il praeco che è l’attuale banditore il quale pubblicizzava e gestiva la vendita durante il suo svolgimento e infine l’emptor cioè la persona che si aggiudica il bene venduto.